L’attività di link building, se eseguita correttamente, può essere una leva decisiva per i tuoi risultati SEO. Ci sono però casi di siti dove meglio non svolgere una campagna “spinta” di link building, soprattutto intesa come acquisto o outreach di siti che accettano pubblicazione di un articolo, o un guest post.
Vediamo alcuni casi specifici dove NON serve fare il link building :
- SITO MAL STRUTTURATO DAL PUNTO DI VISTA CONTENUTISTICO
Fare link building senza asset linkabili, quindi i contenuti che forniscono un reale valore all’utente e che possono essere correlati con i contenuti e anchor text degli articoli pubblicati ai fini link, porta a un risultato fallimentare.
Quindi:
- se sei un e-commerce, assicurati prima di strutturare e descrivere bene la tua azienda, i tuoi prodotti, le loro funzionalità, sarebbe ben visto anche il blog.
- se sei un sito di annunci assicurati che hai una mole di annunci interessanti prima di partire con il link building.
- se hai un sito della tua agenzia di web marketing, assicurati di creare un cluster di contenuti relativi ai tuoi servizi, oltre ad articoli blog esplicativi. Fare link building a un sito prettamente commerciale con descrizione solamente di servizi, nel peggiore dei casi porterà alla penalizzazione.
- SITO CON UN BRAND OFFLINE FORTE, ANCORA NON PIENAMENTE VALORIZZATA ONLINE
Il caso di azienda con brand offline forte è particolare. Alcune tecniche di link building risulteranno controproducenti, mentre altre saranno favorevoli. Vediamo nello specifico:
- Meglio evitare l’acquisizione di link a pagamento, oppure fare outreach con obiettivo di ottenere “link ottimizzati”.
- In questo caso specifico il focus dovrebbe essere prestato sull’attività di “LINK RECLAMATION”, ovvero contattare tutti i siti che hanno menzionato il nostro brand, con obiettivo di ottenere i link da tali siti.
- Vale la pena ovviamente contattare anche i partner commerciali, clienti, fornitori, testate giornalistiche disposte a scrivere sul nostro brand, sfruttando la loro forza.
In ogni caso partire con acquisto di link a pagamento, o outreach “link building” fatta sui siti che non conoscono il nostro brand non porterà buoni risultati.
- Sito editoriale con nicchia e timing di pubblicazione perfetti
Nel caso di siti editoriali, il cui core business è la produzione e pubblicazione contenuti, molto spesso i contenuti stessi riescono a posizionarsi nelle posizioni sufficientemente alte per generare il traffico iniziale necessario a stimolare il passaparola e quindi generare link spontanei.
Fare una campagna di link dedicata, soprattutto nel caso del progetto editoriale appena nato, può portare più danni che benefici. I link acquistati, oppure eccessivamente ottimizzati saranno recepiti da Google come i segnali negativi e abbassano la performance complessiva del sito.
Se sei un editore nella nicchia giusta e sei partito con i tempi giusti, risulta molto probabile che non sia necessaria un’attività di link building. Ti conviene partire con il tuo progetto, pubblicare i contenuti attraenti dal punto di vista di generazione link (link earning) e aspettare i primi 6-12 mesi PRIMA di valutare un servizio link building dedicato.
Una volta generato il cluster dei contenuti e quantità di link spontanei necessaria, potrai valutare una campagna di link building per dare una spinta aggiuntiva al tuo sito.
Attento a non bruciare gli step e tempi però!
Conclusioni
Il link building fatto bene porterà ai massimi risultati, fatto male porterà a serie penalizzazioni. Nel dubbio a volte conviene semplicemente non farla.
E voi cosa ne pensate dell’utilità del link building?