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Link Building: Quando NON serve farla

L’attività di link building, se eseguita correttamente, può essere una leva decisiva per i tuoi risultati SEO. Ci sono però casi di siti dove meglio non svolgere una campagna “spinta” di link building, soprattutto intesa come acquisto o outreach di siti che accettano pubblicazione di un articolo, o un guest post. 

Vediamo alcuni casi specifici dove NON serve fare il link building :

  1. SITO MAL STRUTTURATO DAL PUNTO DI VISTA CONTENUTISTICO

Fare link building senza asset linkabili, quindi i contenuti che forniscono un reale valore all’utente e che possono essere correlati con i contenuti e anchor text degli articoli pubblicati ai fini link, porta a un risultato fallimentare.

Quindi:

  • se sei un e-commerce, assicurati prima di strutturare e descrivere bene la tua azienda, i tuoi prodotti, le loro funzionalità, sarebbe ben visto anche il blog.
  • se sei un sito di annunci assicurati che hai una mole di annunci interessanti prima di partire con il link building.
  • se hai un sito della tua agenzia di web marketing, assicurati di creare un cluster di contenuti relativi ai tuoi servizi, oltre ad articoli blog esplicativi. Fare link building a un sito prettamente commerciale con descrizione solamente di servizi, nel peggiore dei casi porterà alla penalizzazione.

  1. SITO CON UN BRAND OFFLINE FORTE, ANCORA NON PIENAMENTE VALORIZZATA ONLINE

Il caso di azienda con brand offline forte è particolare. Alcune tecniche di link building risulteranno controproducenti, mentre altre saranno favorevoli. Vediamo nello specifico:

  • Meglio evitare l’acquisizione di link a pagamento, oppure fare outreach con obiettivo di ottenere “link ottimizzati”.

  • In questo caso specifico il focus dovrebbe essere prestato sull’attività di “LINK RECLAMATION”, ovvero contattare tutti i siti che hanno menzionato il nostro brand, con obiettivo di ottenere i link da tali siti.

  • Vale la pena ovviamente contattare anche i partner commerciali, clienti, fornitori, testate giornalistiche disposte a scrivere sul nostro brand, sfruttando la loro forza.

In ogni caso partire con acquisto di link a pagamento, o outreach “link building” fatta sui siti che non conoscono il nostro brand non porterà buoni risultati.

  1. Sito editoriale con nicchia e timing di pubblicazione perfetti

Nel caso di siti editoriali, il cui core business è la produzione e pubblicazione contenuti, molto spesso i contenuti stessi riescono a posizionarsi nelle posizioni sufficientemente alte per generare il traffico iniziale necessario a stimolare il passaparola e quindi generare link spontanei.

Fare una campagna di link dedicata, soprattutto nel caso del progetto editoriale appena nato, può portare più danni che benefici. I link acquistati, oppure eccessivamente ottimizzati saranno recepiti da Google come i segnali negativi e abbassano la performance complessiva del sito.

Se sei un editore nella nicchia giusta e sei partito con i tempi giusti, risulta molto probabile che non sia necessaria un’attività di link building. Ti conviene partire con il tuo progetto, pubblicare i contenuti attraenti dal punto di vista di generazione link (link earning) e aspettare i primi 6-12 mesi PRIMA di valutare un servizio link building dedicato.

Una volta generato il cluster dei contenuti e quantità di link spontanei necessaria, potrai valutare una campagna di link building per dare una spinta aggiuntiva al tuo sito. 

Attento a non bruciare gli step e tempi però!

Conclusioni

Il link building fatto bene porterà ai massimi risultati, fatto male porterà a serie penalizzazioni. Nel dubbio a volte conviene semplicemente non farla.

E voi cosa ne pensate dell’utilità del link building?

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